Progettare per le persone è “uno spazio dedicato allo user-centred design“, è un blog
che intende mettere in evidenza come sia importante tenere conto delle persone che utilizzeranno il software o il sito web, durante tutto l’iter progettuale e produttivo.
Per chi si interessa dell’argomento, risulta essere una fonte preziosa di indicazioni bibliografiche, indicazioni metodologiche e sintetiche lezioni introduttive che denotano un interesse ed un impegno notevole da parte della “redazione” 🙂 .
Perché me ne interesso io? Essenzialmente per 2 motivi:
1) perché utilizzo le tecnologie per il mio lavoro e il mio studio;
2) perché credo si tratti di una metodologia progettuale portatrice di preziosi suggerimenti transdisciplinari anche per chi si occupa di formazione.
In realtà “istanziare”, ovvero “situare”, non coincide con individualizzare; per spiegare le differenze e capire come viene risolto il problema occorre tenere presente la natura sociale dell’uomo. Nell’apprendimento, ad esempio, l’individuo quasi mai impara qualcosa da solo, e ciò che impara da solo viene spesso dimenticato in tempi rapidi. L’ergonomia deve quindi interessarsi non solo all’individuo, ma al rapporto di quest’ultimo con la comunità. Quando nell’ergonomia si parla di “design incentrato sull’utente” non ci si riferisce al singolo individuo, perché né la psicologia, né la sociologia sanno in realtà ciò che la mente del singolo veramente vuole, pensa, desidera, quali emozioni attraversino il singolo individuo, né sanno prevedere le sue dinamiche. La capacità di previsione di ogni disciplina che si occupa delle dimensioni psicologiche e sociali rispetto al comportamento dell’individuo è scarsa. Ma dall’integrazione delle discipline, e in particolare dall’approccio integrato delle loro metodologie, piuttosto che dei loro contenuti, possono arrivare interessanti benefici alla progettazione. Questo è il cambiamento che porta l’ergonomia cognitiva: fornisce strumenti e metodi che aiutano a capire come potrebbe comportarsi una persona quando si trova alle prese con attività o situazione sociali nuove. L’adozione dello user centered design è la conseguenza della adozione di una nuova prospettiva per la quale l’ergonomia rinuncia a prevedere il comportamento delle persone e ad essere “prescrittivi”, ma fornisce strumenti utili a studiare, progettare, testare, riprogettare con l’utente le nuove attività sociali.
Nota: un ringraziamento ad Alberto Mucignat, i cui post sull’argomento (e dintorni) mi portano a scoprire sempre un sacco di cose interessanti 🙂
Alberto Mucignat
19 febbraio 2008
grazie a te per l’attenzione 😉
ciao, Alberto.
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