Complice il caldo, la stanchezza di fine anno, gli esami o che so io, probabilmente non tutti i docenti (o più correttamente la maggior parte) si stanno rendendo conto dello tsunami che si sta per abbattere sulla scuola pubblica ad opera del Ministero dell’Economia (consiglio una breve lettura qui e qui).
Con il famigerato decreto fiscale che approderà a brevissimo in Parlamento, in primo luogo si istituisce una “piramide di controllo” con al vertice “una task force tecnico-finanziaria” che controllerà che la Gelmini faccia ciò che le si dice di fare (ossia tagliare – in 3 anni – 47.000 posti A.T.A. e circa 100.000 cattedre).
Per non farla sfigurare e spianarle un po’ la strada in quest’opera di smontaggio dell’apparato scolastico nazionale, sottolinea Italia Oggi,
per evitare che ci siano intralci nel percorso attuativo, il governo le assegna anche un potere sanzionatorio nei confronti dei dirigenti ministeriali e scolastici: chi non dovesse essere ligio nel fare i tagli di spesa, potrà essere richiamato, poi potrà vedersi sospendere l’indennità di risultato, in terza battuta essere trasferito e, nei casi estremi, anche licenziato. Un sistema di valutazione dell’operato dei manager della scuola, quello richiamato dal dl, che è previsto dal contratto dei dirigenti in vigore ma che ad oggi non è mai stato applicato.
Finalmente un po’ di chiarezza nella valutazione dei dirigenti ministeriali e scolastici: più tagliate, più siete bravi. Anche questo è merito.
Il 30% dei risparmi (reali e adeguatamente certificati, ricorda Tremonti) saranno destinati a docenti meritevoli: su come saranno scelti non è ancora dato sapere. Cosa dovranno tagliare per risultare tali? E l’altro 70% dei risparmi, scusate la curiosità, dove andrà a finire?
Ovviamente, anche un inesperto di scuola (per fortuna che in Italia ce ne sono veramente pochi…) riesce ad intuire che qualcosa cambierà: avremo meno insegnanti di sostegno, meno Centri per l’Istruzione degli Adulti (vi sembra questo il momento di parlare di integrazione in Italia?), meno maestri (finalmente ritorna la maestrina dalla penna rossa, che tanto ci mancava), meno tempo pieno (o niente del tutto?), meno ore di scuola ai professionali, meno collaboratori scolastici e personale di segreteria…
Forse ci sarà meno qualità (lì dove c’era, ovviamente) e forse avremo meno voglia di far parte di questa scuola e di sentirci parte di questa nazione, ma cosa volete che sia di fronte alla prospettiva di essere considerati finalmente dei PROFESSIONISTI?
Anna Rita Vizzari
24 giugno 2008
In genere leggo i tuoi post per e-mail; stavolta scrivo un doveroso commento: questo tuo intervento è un capolavoro. Nella forma e nel contenuto.
Che situazione allucinante, quella che si sta prospettando.
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alida fonnesu
24 giugno 2008
ecco le notizie che non hanno posto accanto alle interviste dei calciaioli……………………….
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Maria Grazia
25 giugno 2008
@Anna Rita
preferirei aver scritto ben altro. Il “merito” è piuttosto di questa furia iconoclasta che sembra travolgere tutto ciò che è “pubblico”… OT so che ti sono debitrice di un post 😉 . Appena riemergo un po’ dal lavoro “matto e disperato”, provvederò 🙂
@Alida
l’importante, in Italia, è sempre distrarre l’opinione pubblica in maniera che non si renda conto di quello che succede veramente
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Antonio Fini
25 giugno 2008
Sinceramente, era prevedibile. Cosa potevamo aspettarci dalla premiata (dagli elettori) ditta Berlusconi & Tremonti Inc.?
Quello che più mi duole, però, è ripensare alla gattopardesca insipienza dei precedenti governanti. Sì, quelli “nostri”, quelli di “sinistra”…
Purtroppo se ora arriverà lo tsunami e ci troverà sulle spiagge ad attenderlo senza neanche una baracca di bambù per ripararci, è anche un (bel) po’ merito loro e di certe poco coerenti barricate sindacali.
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marcello molino
25 giugno 2008
Di fronte a questi crudi dati, c’è solo da sperare che la coscienza civile dei cittadini di questo paese risorga e, in qualche modo, riesca ad impedire questa “mattanza culturale”.
Spero che a Maria Grazia si aggiungano presto tutti coloro che vogliono riappropiarsi del futuro dei propri figli, futuro che oggi è in mano ai nuovi mercanti del tempio.
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Anna Rita Vizzari
25 giugno 2008
Maria Grazia, hai ragione: sicuramente sarebbe stato meglio se non si fossero create le premesse per questo tuo post, di cui ho ammirato molto la razionalità e la vis argomentativa.
Debitrice di un post? Ma quando mai!
Un abbraccione.
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marcocampione
25 giugno 2008
il commento di Antonio è involontariamente assai azzeccato. Se oggi ci sono tagli indiscriminati è indubbiamente colpa anche (sottolineo ANCHE) di chi ha governato prima che non è minimamente intervenuto su un evidente problema di organici mal distribuiti sul territorio nazionale
per non parlare dei bidelli chè se penso a quanti ce ne sono nelle scuole secondarie a non far nulla e quanti non ce ne sono alle materne dove servirebbero metto mano alla fondina
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marcocampione
25 giugno 2008
ho riletto con più calma il commento di Antonio e mi sono accorto che forse ho messo nel mio un “involontariamente” di troppo. me ne scuso con i lettori e con l’interessato
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Antonio Fini
25 giugno 2008
No Marco, penso di avere capito il senso del tuo “involontariamente” e … lo condivido 🙂
Purtroppo ultimamente sto in periodo di rabbia feroce contro chi, nel mio immaginario (evidentemente, erano solo fantasie…) avrebbe potuto e dovuto intervenire, non solo per la scuola ma per molte altre cose che sono, ahimé, sotto gli occhi di tutti, e invece…
E’ chiaro che dagli attuali padroni – non uso questo termine… desueto? involontariamente 😉 – del vapore NON mi aspetto niente di buono.
Lo smantellamento della scuola pubblica era assolutamente previsto, nessuna meraviglia. L’altra volta non ci sono riusciti, probabilmente a questo giro ce la faranno…
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MeMorY LosT
25 giugno 2008
Che Tristezza. Dire che ci stiamo mangiando (oddio la prima persona forse non é tanto adeguata) il futuro del paese é la cosa più azzeccata. Pur di non risparmiare su mille miliardi di altre cose, l’unica che può far risollevare l’Italia dalla melma in cui si é lanciata viene rosicchiata, succhiata, buttata da parte.
Noi siamo in questa condizione perché l’ITALIANO MEDIO é ignorante e strafottente e influenzabile e quindi consumista, egoista, avido. Tutto potrebbe essere cambiato dalla scuola, ma chi volete che vada a insegnarci? Non siamo mica tutti votati al martirio….
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