Con un certo raccapriccio, scopro dalla Repubblica di Torino che la Facoltà di Lettere dell’Università di Torino ha fatto le pulizie di primavera mandando al macero migliaia di volumi, in gran parte recuperati da docenti e studenti che hanno frugato negli scatoloni abbandonati nelle aiuole recintate.
“Quando ce ne siamo accorti abbiamo fatto una selezione e ne abbiamo portati dentro oltre quattromila – racconta Gaia, una delle rappresentanti dei ragazzi di Lettere – e i ragazzi hanno gradito. L’Università ha sgomberato parte della cantina per ripulire ma a nessuno a quanto pare è venuto in mente che si potesse inventare qualcosa di diverso che non fosse abbandonare i libri là fuori”.
No. A nessuno è venuto in mente qualcosa di diverso…
Immagine: Repubblica
Davide
25 marzo 2010
Cara, vecchia UniTo.
Ho colleghi che si sono riforniti la biblioteca privata saccheggiando scatoloni di volumi abbandonati sotto la pioggia – e parliamo di quindici anni or sono.
Proprio negli stessi giorni, io ed una collega, impegnati a ripassare chimica in biblioteca, sentimmo un docente sostenere “Gli studenti devono capire che in questa biblioteca si trovano libri introvabili, e quindi se li vogliono consultare che se li cerchino altrove!”
Cara, vecchia, schizofrenica, disonesta UniTo.
Mi ero rassegnato al fatto che i soldi delle mie tasse fossero stati spesi in donnine e scommesse sui cavalli.
Invece mi accorgo che sono stati così infinitamente stupidi da sciuparli.
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omniaficta
25 marzo 2010
Immagino che questo sia l’effetto della famosa “autonomia”, che tanto bene ha fatto all’università! mah… A proposito, si sono resi conto che questa bella impresa è anche un reato contro la proprietà (e non mi riferisco a quella intellettuale)?
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Maria Grazia
26 marzo 2010
Non so che dire, ragazzi… Sembra che i libri non servano più, forse anche perché all’università si fa sempre meno ricerca (devo dedurne). E poi, tutti a stracciarsi le vesti sulla “morte del libro” per colpa del web…
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