Nativi digitali: tracce del già detto

Posted on 3 marzo 2011

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Gianni Marconato ha fatto una selezione di quanto, qui e lì si è scritto e “detto” sui fatidici nativi digitali, a cui tanta fama deve il nostro Prensky :-).

In questa rassegna, ormai “polverosa” per i tempi del web, ci aggiungerei qualche altro elemento che dimostra come – da queste come da altre parti – non ci siamo fatti troppo male con questo stereotipo. Ringrazio comunque Gianni per avermi offerto l’occasione per guardarmi un po’ indietro e rileggere qualche amico sparso per la Rete… 🙂

Il problema sembrerebbe quindi la sollecitazione di aree cognitive diverse da quelle usualmente chiamate in causa da una lettura più “meditata” e con una sequenza preordinata, rispetto al flusso di informazione più veloce e colloquiale a cui la Rete ci espone, a cui reagiamo “ostinandoci” ad applicare criteri lineari ad un modello di conoscenza e comunicazione che lineare non è. In estrema sintesi, potremmo dunque individuare l’origine di questa difficoltà di adattamento ne:

• l’applicazione (anche inconsapevole) dell’a-principle (principio dell’alfabeto) in un contesto comunicativo dove vige invece l’e-principle (principio dell’elettricità che regola le modalità di trasferimento delle informazioni) (tab. 1);

• il dover fronteggiare la sensazione di spaesamento dovuta allo sperimentare uno spazio psicologico non più privatizzato ma “transizionale” (10), zona intermedia tra sé e l’altro, in cui la gestione e il ritmo dei flussi comunicativi definiscono nuove modalità di percezione delle categorie spazio-temporali e un nuovo concetto di prossimità (11)…

Più fecondamente tale definizione può essere usata come costruzione concettuale per studiare un fenomeno nuovo più che una realtà concreta. Un idealtipo direbbe Weber. Una metafora che aiuta a vedere chiaramente alcuni aspetti ma ne nasconde altri, ha affermato Jenkins (14), come il fatto che questa classificazione non possa essere fatta in base all’età ma piuttosto in base alla condivisione di una cultura globale comune, come viene sottolineato sul sito di Digital Natives (15) che presenta una ricerca interdisciplinare sull’argomento tra il Berkman Center for Internet & Society dell’Università di Harvard e il Research Center for Information Law dell’Università di St. Gallen….

da: Il mutamento antropologico dei “nati digitali”, tra mito e realtà

 

Con tutto questo non voglio, ancora una volta, proporre un nostalgico “come eravamo”; vorrei invece sottolineare come gli immigrati digitali che sbarcarono sulle coste del Web nei primi anni ‘90 avessero un carico di aspettative e desideri, un investimento emotivo vecchio di almeno dieci anni.
Per dieci anni, ciò che ora potevamo improvvisamente accendere, aprire, utilizzare, personalizzare, era stato pura fantasia, fantascienza assoluta. Il dominio dell’impossibile. Lo avevamo sognato.
Sarebbe sciocco negare che quelle decine e decine di prime connessioni, tra il 1994 e il 1995, non fossero anche alimentate da una quantità enorme e multiforme di sogni e di speranze.
Avevamo un immaginario che non speravamo realisticamente di replicare sul Web, ma che certamente informò il nostro comportamento, le nostre scelte, le nostre dinamiche sociali,il nostro linguaggio.

da: Quando i colonizzatori arrivano prima dei nativi…

Apparteniamo alla generazione di individui incapaci persino di utilizzare una macchina da scrivere, che guardavano al computer come ad un entità da tenere a bada con la museruola per evitare di essere morsi. Per noi le tecnologie sono sempre state un arcano, un oggetto misterioso in mano a ‘guru informatici’, finché un giorno il nostro rapporto si è evoluto … Ci siamo appassionati a questi strumenti che ci hanno coinvolti dentro la loro realtà liquida; ci siamo trovati ad essere ‘migranti’, con la nostra valigia culturale, proiettati in questo nuovo mondo. E’ vero. Un immigrant deve crearsi un nuovo tessuto di relazioni, digitali verso le tecnologie e umane verso gli altri naviganti; all’inizio si prova smarrimento, senso di inadeguatezza, bisogno del ‘manuale utente’ che dica come muoversi nel nuovo ambiente…

da: Divenuti digitali…