I frequentatori di questo blog sanno che uno dei motivi che mi hanno spinto a ritornare al Convegno organizzato dalla Erickson ogni due anni, è stato anche quello di capire quale sarebbe stata la reazione della platea alla proposta di sperimentare l’eliminazione degli insegnanti di sostegno.
Da questo punto di vista, Carlo Scataglini ha significativamente espresso ciò che – posso affermare con tranquillità – è stata la nostra risposta come genitori, docenti, operatori socio-sanitari… Per questo non ho cercato altre parole, ma ho fatto mie direttamente quelle dell’intervento di Carlo, nella sessione di chiusura del convegno (niente di particolarmente elaborato, non ci sperate… :-)). E’ una delle poche registrazioni che mi mancavano e non volevo lasciarlo… senza voce.
Io gioco a tutto campo, come docente e come genitore. Certe cose si possono cambiare, altre no. Certe cose si possono decidere, altre no. Lottare per quello in cui si crede, però, lo si può fare sempre. 🙂
Dimenticavo! L’avv. Nocera è stato alquanto critico rispetto all’idea stessa di sperimentare la proposta in quanto si configurerebbe come “sperimentazione di sistema” e, in quanto tale, avrebbe bisogno dell’autorizzazione del MIUR. Ma, se anche l’avesse, ci sarebbe il rischio di presentarsi come la lesione di diritti costituzionalmente garantiti e dunque…
Claude Almansi
3 dicembre 2011
Grande la tua messa in voce del manifesto di Carlo Scataglini, Maria Grazia. Allora per contribuire un piccolo soffio al vento che lo spinge, ho sottotitolato – per ora solo in italiano – il tuo video in universalsubtitles.org/it/videos/23TpnHMUFH6G (1). Magari potresti scaricare il file dei sottotitoli da lì – in formato .SRT o .SBV – e aggiungerlo al tuo originale YouTube? Pare che i video sottotitolati siano meglio indicizzati dai motori di ricerca.
Sull’uso dei video per dar voce a testi, forse ti potrebbe interessare il video di CCProse.
(1) usando il testo scritto trovato in http://sostegno.forumattivo.com/t2175-il-sostegno-e-un-caos-calmo-e-io-non-cambio-mestiere era facilissimo.
"Mi piace""Mi piace"
Maria Grazia
3 dicembre 2011
Bella questa idea… Grazie! E pensare che non ho neanche curato troppo la lettura… Voleva essere una cosa spontanea, una testimonianza, una pagina letta ad amici… Quella dei sottotitoli è un’idea ganza, come direbbe Andreas. Controllerò se lo posso fare direttamente su Youtube o se lo devo ricaricare. Ti faccio sapere 🙂
"Mi piace""Mi piace"
sempreconnessa
3 dicembre 2011
Grazie Maria Grazia, per avermi dato la possibilità di ascoltare Carlo Scataglini , ben letto da te!
Anch’io, e tu lo sai, condivido quanto affermato nel video, anch’io non cambio mestiere perchè è un mestiere che amo da trenta anni , è un mestiere che mi ha portato ad un aggiornamento costante , a rivedere sempre me stessa, il mio ruolo, a crescere con i miei alunni, a sporcarmi con loro , a stancarmi , a volte a prendere lividi, ma poi, ricevere quella piccola gratificazione , da tanto tempo aspettata, ti fa rinascere, ti sprona ad andare avanti!
E’ vero “Innovare non significa demolire”, cancellare quanto di positivo è stato realizzato per l’integrazione, ma soprattutto non si può rispondere ai bisogni di un alunno disabile senza conoscerlo nei momenti veri di relazione e non per “sentito dire” …dall’esterno! No! Non ci sto!
"Mi piace""Mi piace"
Claude Almansi
4 dicembre 2011
Non sono stata insegnante di sostegno ma spesso gli insegnanti di sostegno mi hanno aiutato enormemente a comunicare con allievi che avevano difficoltà di apprendimento. Quindi sono ben consapevole dell’importanza del vostro ruolo. E la tua lettura del manifesto di Carlo Scataglini è efficace proprio perché nasce dal tuo vissuto, Maria Grazia, senza essere studiata troppo.
Se scarichi il file dei sottotitoli dalla pagina Universal Subtitles, lo dovresti poter aggiungere al video YouTube cliccando su “Modifica sottotitoli” (Edit captions / subtitles) e seguendo le istruzioni.
"Mi piace""Mi piace"
Maria Grazia
4 dicembre 2011
Probabilmente anche perché le ho incontrate nella scuola primaria, ho molta stima di molte colleghe di sostegno che hanno lavorato con me, anche se non sempre nella mia classe. Io sono una semplice curricolare 😉 però faccio la “mamma-di-sostegno” e così mi sento specializzata anch’io…
Avevo già preparato il file .srt “a mano”, copiando-incollando il testo in un blocco note e rinominandolo. Poi ho fatto come dicevi tu, che è ancora più veloce. Grazie. Era una cosa che mi serviva sapere ma ero troppo pigra/incasinata per andarmela a cercare. Buona domenica
"Mi piace""Mi piace"
Claude Almansi
4 dicembre 2011
Fare la mamma di sostegno in campo scolastico deve essere particolarmente difficile, perché subentrano un sacco di fattori affettivi ed emotivi con un figlio, no? Cioè mi sembra, in base alla mia esperienza. Ho fatto sostegno selvaggio a mia figlia quando era in difficoltà in greco e latino a liceo. Veramente lei e tutti i suoi compagni tranne tre: il prof faceva leggere loro testi piuttosto difficili per una classe di seconda, e su guerre e battaglie di cui alla classe – in prevalenza femminile – non interessava più di tanto.
Ricordo in particolare la volta che cercavo di aiutarla con un passo di Livio sulle guerre puniche, dove degli elefanti impazziti buttavano scompiglio nel campo di un esercito. A un certo punto ho perso le staffe: “Ma c****, ascolta la musica dei casi prima di tradurre!” Lei: “Musica dei casi? Prendi un biglietto di sola andata per Mendrisio! (dove c’è l’ospedale psichiatrico ticinese)” Io: “Se l’ultimo cretino a Roma poteva capire Cicerone d’orecchio, come credi che faceva?”
Ho tracciato un pentagramma musicale su un foglio, intestando le righe, da su in giù, “soggetto + verbo”, “oggetto” “termine” “cpl di nome” “circostanziali” e ho iniziato a ricopiare la frase dov’era inciampata nell’ordine del testo, ma con ogni parola sulla riga o sulle righe della funziona che poteva avere. Lei: “Con queste frasi sterminate: ci vorrà un rotolo di carta igienica”.
In seguito abbiamo invitato altri suoi compagni a quei sostegni selvaggi: aiutava a renderli meno emotivi. E hanno capito che copiare le frasi difficili in quel “pentagramma sintattico” serviva perlomeno a non farsi prendere dal panico 😉
Il punto, per me, è stato che se nessuno di questi ragazzi aveva una disabilità cognitiva riconosciuta, avevano lo stesso un problema con una funzione cognitiva. Da qui l’interesse del cambiamento di focus nella nomenclatura dell’OMS – sul quale hai scritto alcuni post – da “disabilità” a “funzione”.
E quindi questa esperienza mi ha anche aiutata nella mia attività di insegnante curricolare, nell’identificare assieme agli allievi dov’erano i loro problemi cognitivi funzionali. Nei licei dove ho insegnato, non c’era un sostegno pedagogico specializzato vero e proprio: c’erano i “recuperi” per certe materie, diretti dai docenti curricolari, poi c’era l@ psicolog@ scolastic@. Spesso era anche interessat@ alla psicologia dell’apprendimento, ma non sempre: da qui una lacuna che invece nelle scuole medie era colmata dai veri insegnanti di sostegno, che avevano adottato, ben prima che fosse ufficializzato dall’OMS, l’approccio per funzioni.
"Mi piace""Mi piace"