Buona Scuola e predicozzi

Posted on 16 luglio 2015

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Mentre le ferie risultano ancora un miraggio, i tempi di lavoro si sono comunque allentati permettendomi di curiosare in giro per il web e scoprire di cosa si parla in giro… Essendo stata immersa nel lavoro a testa bassa e senza soluzione di continuità, mi erano sfuggiti alcuni interventi pro Buona Scuola che meritano qualche risposta più approfondita.

L’occasione, lo confesso, nasce dall’intervista appena uscita su Vita.it in cui mi si chiedeva un’opinione sull’argomento che facesse da controcanto a quella del collega che mi aveva preceduto (ma questo l’ho capito dopo). Come potrete notare, i due contributi hanno un approccio diverso alla questione perché diverso è l’orizzonte di significato e gli strumenti di analisi utilizzati.

Nella intervista di cui sopra, Mimmo Aprile individua nella scuola

tre categorie di soggetti: gli innovatori, i “dormienti”, i conservatori. Sugli ultimi è inutile contare, per attuare la riforma. Sia chiaro, non sto dando giudizi di merito: tra i conservatori ci sono colleghi validissimi, come ci sono persone poco valide nelle altre “categorie”. Ciò che è successo con la riforma è che molti dei “dormienti” (ossia coloro i quali non sono contrari a prescindere ma hanno timore che il cambiamento possa danneggiarli) hanno ricevuto informazioni distorte: già dopo l’approvazione in Senato, alcuni di loro, ascoltando alcuni elementi di novità, mi hanno espresso la non-contrarietà (ad esempio: la possibilità di avere un monte ore di insegnamento ridotto e dedicarsi ad attività da “middle management”, perché già lo fanno e così vedrebbero riconosciuto un proprio ruolo. Ora, bisognerà emanare decreti attuativi che rendano concrete le innovazioni, puntando a coinvolgere questi colleghi nei processi di “change management”. In questo, gli “innovatori” giocheranno un ruolo importante. Su una cosa concordo con chi ha scioperato: la buona scuola la fanno i bravi insegnanti, dimostriamo di esserlo.

Secondo questa categorizzazione, io rientrerei tra i conservatori e lui tra gli innovatori. I dormienti dovrebbero essere una fetta ben nutrita del corpo docente tenuto conto della portata epocale della protesta contro la riforma che sembrerebbe nata essenzialmente dalla malainformazione.

Dato che io, agli innovatori, ho sempre riservato un occhio di riguardo, di link in link sono giunta a un paio di post in cui il collega, insieme a un’altra docente Digital Champion, “evangelizza” (lasciatemi passare il termine che va di moda) i non-innovatori (essenzialmente dormienti, immagino) sulle magnifiche sorti della professione docente dopo la Buona Scuola (si possono leggere qui e qui).

Per quanto riguarda i contenuti, potrei obiettare che certi temi vengono affrontati in maniera un po’ sommaria e priva di memoria storica ma mi limiterò a osservare che occorrerebbe prestare più attenzione ai pericoli della “profezia che si autoavvera” e, soprattutto, evitare certi toni paternalistici/da primi della classe/predicozzi nei confronti dei colleghi e delle colleghe. Una frase tipo

è auspicabile, ora che la “Buona Scuola” si avvia a vedere la luce, che si mettano da parte le polemiche e gli atteggiamenti da ultras in modo da provare a contribuire, con l’impegno necessario, ad organizzare una buona proposta per una scuola innovativa e dinamica.

è offensiva e poco rispettosa di chi non ha questo atteggiamento fideistico.

Si fanno pochi proseliti in questo modo. Ve lo garantisco.

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