Un’altra blogoclasse…

Posted on 23 novembre 2011

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E anche quest’anno non ho resistito: sono di nuovo parte di una blogoclasse! Non ho ancora capito cosa abbia combinato Andreas con il file OPML ma non resisto a curiosare  per comprendere i meccanismi della “macchinetta” messa a punto questa estate dal nostro folle amico.

Come ha già accennato il prof, posso ormai definirmi una veterana dei suoi corsi a cui partecipo in qualità di abitante del cyberspazio. Quello stesso cyberspazio in cui un giorno ho incrociato un professore universitario che si sentiva solo come capita a tanti suoi colleghi “di ogni ordine e grado” me inclusa.

Chi usa twitter qui fra voi in ltever?

Perché, Antonio, Elisa, Alessandro, Emanuela, Silvana, Maria Grazia, per dire solo gli ultimi con cui ho chiaccherato di recente ma altri ancora, non ci si trova in twitter?

Ragazzi, twitter è un po’ come il mondo. Se tu vai in una piazza dove non conosci nessuno ci vuole attitudine e fortuna per trovare qualche fratello….

Se invece ti trovi al bar con gli amici, sai che amabili facezie ma anche notizie verranno scambiate di sicuro…

Attualmente sono in un barrettino canadese… Ci faccio un po’ il Calimero, nessuno si accorge di me, solo una mi ha fatto ciao e poi basta, che volete … non riesco ad inserirmi, son lì su di un panchetto che ascolto e bevo … però mi piace…

Noi si potrebbe però fare come loro. Se venite ve li faccio conoscere … [Andreas, 28 gennaio 2008]

Di post in post, di commento in commento, di feed in feed, siamo di nuovo qui a intrecciare percorsi che abbiano un senso, che lascino traccia, che diano la parola anche quando non si è interrogati…

ingliscprof
Ricordo ancora con vergogna la prima volta che ho dovuto fare una lezione all’università ad un gruppo di colleghi… vedevo benissimo che si stavano ADDORMENTANDO, ma io ero convinta che fosse mio compito dire tutte quelle cose, ordinate in quel modo, essere esaustiva, enciclopedica…

Con gli anni e anche per merito di quella vergogna ho cambiato sicuramente stile, e quando mi capita di assistere a lezioni di GRANDI docenti grandemente soporiferi mi chiedo ma perché? Basterebbe così poco… Non si sono mai vergognati di fronte allo sguardo disperato dei loro studenti?

Andreas Formiconi
Ecco vedi, proprio così, penso che a tutti siano capitati episodi del genere. Mi sono venuti in mente fatti analoghi che mi sono capitati tanti anni fa. Un po’ per la carenza di formazione e un po’ perché la vita è fatta di “prime volte”. Un fatto naturale. Benvenuti gli errori che ben metabolizzati sono ciò che forma per davvero.

La tua è stata la reazione di un essere umano pensante e teso verso una meta. Come può accadere che tanti non si rendano conto di tali errori? Dov’è il vizio?

Maria Grazia
Nella mancanza di umiltà.

Ho rovistato un po’ nel baule dei post per ricordare e ritrovare – ancora – l’incipit del discorso. Del resto, è un po’ il mio compito, qui e altrove ed è per questo che sono rimasta particolarmente colpita dalla definizione di “anello di congiunzione” che mi ha dato Serena… Il mio dispositivo pedagogico latente è, non a caso, caratterizzato metaforicamente dalle figure mitologiche di Arianna e Didone.

Una figura di formatrice che “ricuce gli strappi”, ricerca le tracce del passato, studia quei segni e “quelle comunicazioni significanti che reclamano un’interpretazione” e che sono rimaste inaudite nel suo passato di formanda… “Il maestro rispecchia se stesso giovane nell’allievo” [Franza, 1994] e srotola un filo che serve a ricucire pezzi di storia individuale in un più ampio quadro collettivo…

Arrancherò per via del poco tempo a disposizione, arrancherò perché so poco l’inglese, arrancherò perché a scuola ho sempre arrancato. Non importa. Anche se prenderò brutti voti, anche se boccerò, semmai in questo corso si può bocciare, avrò avuto la possibilità di mettere il naso in qualcosa che mi interessa e che potrebbe migliorare ciò che sto cercando di fare. [Andreas, 27 agosto 2007]

Come Didone, scruta ansiosamente tra le ferite altrui, mentre “nel petto vive la segreta ferita” che accomuna le cosiddette professioni della cura ed è incarnata metaforicamente nella figura del centauro Chirone.

Tutti gli allievi di Chirone sono accomunati da un destino terribile, quasi che la conoscenza implichi necessariamente il venire a contatto con il dolore. Questo prendersi cura ha a che fare con il potere dell’uomo sull’uomo [A. Franza]

Però, ora basta così… Forse ho divagato troppo 😉 In realtà mi volevo presentare alla blogoclasse ma spero che dopo questo post non rifuggano per sempre dal mio blog 😀 Volevo aggiungere che, da queste parti, si parla di un po’ di tutto. In questo momento l’integrazione va per la maggiore ma se rovistate un po’ potrete trovare gli argomenti più disparati.

Vi lascio con una piccola animazione preparata alla fine dell’ultimo corso, augurandovi buon viaggio. Tenete occhi, cuore e mente  aperti e ricettivi: non si sa mai di cosa ci troveremo a stupirci.

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