Editori in Carrozza: ritorno al futuro.

Posted on 12 agosto 2013

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Premetto che circa la storia dell’ipotetica marcia indietro del ministro Carrozza sui libri di testo digitali a scuola, la penso come Livio Mondini:

sembra quel gioco dove ci si mette tutti in fila e ognuno dice nell’orecchio al proprio vicino una frase, che man mano si modifica strada facendo

Finché non vedo qualcosa che assomigli a un atto ministeriale sull’argomento con tanto di firma del ministro, non ci credo. Quando l’avrò visto, ne riparleremo. Contateci.

Piuttosto, approfittando della pausa estiva, mi preme consigliare qualche lettura orientativa a chi, all’improvviso, si è trovato sbalzato in questo panorama futuristico alla Nathan Nevercopertina Nathan Never, in attesa della caduta di Urania

1) Ebook.Fest – Tracce 2010 (qui la mappa indice, anche in versione html) in cui è possibile scoprire che c’è gente che parlava di questi argomenti già nel 2005 e che ha continuato a farlo (per esempio qui e qui): cosa facevate voi all’epoca? Continuavate a riempire magazzini?

2) Testi digitali a scuola: «Quest’accessibilità non s’ha da fare», che a mio (e non solo mio) parere è una delle pietre angolari di questa alzata di scudi, che tra l’altro dimostra – atti alla mano – come la storia del libro digitale a scuola sia una storia di retromarce continue più che di accelerazioni improvvise…

3) I libri di testo elettronici sono nocivi alla salute, in cui si possono leggere dichiarazioni e controdichiarazioni in merito, permettendoci indirettamente di rimarcare le questioni di cui al punto 2. Esiste infatti un non trascurabile (o no?) problema del diritto allo studio di alunni e studenti con Bisogni Educativi Speciali (che tanto vanno di moda in questo periodo), con particolare attenzione a quelli certificati ai sensi della L.104/92 e della L.170/10 (gli altri sono ancora nella nebulosa dell’applicazione della Direttiva MIUR 27/12/2012). A tale proposito, ripropongo un classico: Libri di testo online, accessibilità “for all” e gerarchia delle fonti. Qui il nostro ministro dell’Istruzione potrà trovare validissimi argomenti per controbattere alle motivazioni che l’AIE ha posto alla base del suo ricorso al TAR: glielo garantisco!

Del resto non si capirebbe, altrimenti, come mai il MIUR affronta così tanti ricorsi nella consapevolezza di perderli (vedi i ricorsi per le ore di sostegno, giusto per fare un esempio) e va a tirarsi indietro proprio su questo in cui, magari, qualche possibilità in più di vincere ce l’ha sul serio… Orsù ministro, perché non vediamo come va a finire?