Sulle battaglie, sui diritti e sui loro perché…

Posted on 12 dicembre 2019

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simbolo autismo ARASAACChi mi conosce, fuori e dentro la Rete, sa quanto io creda,  investa e abbia investito nel mio ruolo di attivista per i diritti delle persone nella condizione dello spettro autistico.

Nelle mie battaglie di genitore, ho sempre avuto una visione di ampio respiro, cercando sempre di rivendicare qualcosa per tutti e non solo per i miei figli, evitando ogni scorciatoia che potesse permettermi un’agevolazione solo per loro: qualunque genitore lo faccia – pur comprendendone le ragioni – danneggia l’uguaglianza di tutti davanti alla Legge.

Quella stessa Legge a cui ci appelliamo per chiedere il rispetto dei diritti dei nostri figli, sanciti a livello internazionale proprio per proteggere quelle fragilità che la società tende a scuotersi di dosso infastidita, incurante del loro destino.

Quella stessa Legge che si rivela sempre più un simulacro vuoto, che tiene in piedi un apparato scolastico sempre più formalmente inclusivo, permettendo (un esempio tra mille) a persone totalmente impreparate nel relazionarsi e gestire persone con disabilità gravi, di mettersi a disposizione per le supplenze sui posti di sostegno.

Chi e cosa tutela la Legge in questo caso? Non certo lo studente con disabilità né il suo diritto allo studio. Per anni, come famiglia, siamo intervenuti a supporto dei docenti specializzati affiancandoli a nostre spese con personale specializzato, fornendo materiale didattico ed educativo, producendolo appositamente in base alle esigenze della didattica curricolare. Anni di fatica immane, il cui risultato è sempre stato quello di “curare” la singola docente invece che lo studente (e di ricominciare da capo ogni anno, per tacer di quando lo si è fatto anche due volte in un anno).

Tralascio per carità di patria quando ci è toccato formare pure l’assistenza specialistica…

Non è poi così strano allora che, a un certo punto, ti ritrovi a chiederti che senso abbia tutto questo e perché tuo figlio debba continuare a pagare solo perché noi adulti dobbiamo continuare a tenere su questo teatrino dell’inclusione scolastica.

Quando ti lamenti –  che sia ASL o scuola o qualsiasi altro luogo deputato “per legge” a dare qualcosa ai nostri figli – sembra che tutti facciano il massimo e tutti rispettino la Legge e il suo dettato e magari sei tu ad avere pretese assurde…

E allora, se tutti rispettano la Legge e fanno le cose come vanno fatte, vuol dire che tocca a noi genitori passare dalla parte del torto per proteggere nostro figlio: l’attivismo insegna.