Il blog come bar

Posted on 3 marzo 2010

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Il mio amico Davide (aka Strategie Evolutive) si sta dilettando in una personale revisione della propria presenza online e del proprio rapporto con il mezzo informatico, attraverso una serie di post taggati (tra l’altro) come pork chop express.
Nella personale folksonomy di Davide, questa categoria sta ad indicare quei post “cotti e mangiati” (si direbbe da queste parti), più “dialogici” rispetto alla media e buttati giù senza rielaborarli troppo. Quelli che vanno al cuore del problema senza tanti fronzoli, insomma. (Update: Al di là della storica citazione a cui si rifanno, questa è la loro caratteristica stilistica – secondo me –  e forse per questo sono tra i miei preferiti. Comunque mi ha detto che ci scriverà su un post :-)).

Ma non voglio sbilanciarmi troppo sulla mia visione di questo tag: è possibile che lui intenda tutt’altro ma mi appello alla libertà interpretativa del lettore :-), pronta ad accogliere le sue precisazioni.

Dicevamo, dunque, che in questa metariflessione sulla sua scrittura in Rete, ha analizzato una serie di metafore con cui è stato definito (o è eventualmente definibile) il blog,  giungendo alla conclusione che

strategie evolutive rimane un bar.
Come il Gavagan’s, o il Callahan’s, è un posto un po’ eccentrico.
Ma forse è per questo che la gente ci torna.
Ci sono i regolari, ci sono quelli che passavano qui per caso, quelli che stanno ammazzando il tempo in attesa di un taxi, quelli che sono entrati perché fuori pioveva.
Abbiamo tavoli relativamente comodi, abbiamo un piano bar del fantastico che fa pezzi a richiesta, abbiamo liste e anche una specie di juke-box – ma io sono l’unico che ci possa mettere i gettoni, e scelgo i pezzi.
È un bar.
Ed è l’unica metafora che mi sentirei di implementare su queste pagine.

Consiglio la lettura. Interessanti riflessioni ne possono scaturire mentre io approfitto di questa storia del juke-box per rendere omaggio al grande Fred 😉

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