Più che l’innovazione potè la disorganizzazione e l’improvvisazione di una riforma che – ancora alla fine di Maggio – forniva graziosamente solo una bozza delle Indicazioni Ministeriali, in base alle quali gli editori avrebbero dovuto approntare testi che i docenti erano chiamati ad adottare entro il 1° giugno. Sembra un gioco di parole ma è cronaca cruda e nuda.
Marina Boscaino sottolinea come Giovanni Biondi abbia censurato
il comportamento di molte case editrici, che avrebbero condotto un’inutile gara per anticipare le Indicazioni [aggiungendo che] “Dal 2011 saranno obbligatori i libri digitali. Così sarà più facile inserire correzioni ed aggiornamenti”.
Beh, certo, se riduciamo i fatidici ebook di testo ad un copia-incolla-che-tanto-va-bene-uguale sarà meglio che il problema dell’innovazione didattica non ce lo poniamo neanche più per sbaglio! Su quello della validità e l’accuratezza dei contenuti, poi…
Comunque sia, tutto questo “mercato del pesce” sui libri a peso o a pezzo – unitamente ai ritardi comprensibilmente preoccupanti per chi deve affrontare a settembre una “nuova scuola” con meno ore, meno insegnanti, meno discipline, meno laboratori e meno tutto quello che vi viene in mente – hanno spinto alcune scuole ad inoltrarsi su un terreno a mio dire particolarmente proficuo in vista di una (potenziale) “rigenerazione” della didattica, soprattutto ai superiori. Quella cioè di una riappropriazione da parte degli insegnanti degli strumenti del proprio mestiere, mettendo mano a quei contenuti che altri “preparano” per loro.
E’ di oggi la notizia sul Corriere della Sera dell’iniziativa del Dirigente Scolastico di un istituto superiore commerciale di Pisa di far produrre in proprio ai docenti i “personal-testi” per le future prime ma – per essere precisi – l’iniziativa Book in progress, che ha visto come capofila l’Istituto Majorana di Brindisi è già ad uno stato più avanzato.
Non avendo potuto visionare i contenuti non mi esprimo sulla loro qualità né mi pare che ci sia un cambiamento reale dell’approccio didattico – notebook, LIM, bluetooth a parte – ma non posso non apprezzare un ruolo propositivo dei docenti in tal senso, più eminentemente culturale direi, nonostante la scarsa considerazione di cui sembra godere la categoria in questo momento.
orsatosta
4 giugno 2010
leggendo la notizia ieri non ho potuto fare a meno di sorridere: ho pensato che questo preside è stato un grande 😉 è un’operazione culturale non indifferente, senza contare l’impatto zero sul bilancio familiare che di questi tempi è messo a dura prova. Mi domando se qualcun altro abbia avuto la stessa idea per i testi in braille…. ogni anno succede che sono disponibili per gli studenti a gennaio, quindi da settembre a gennaio si devono arrangiare…. ho linkato questo post sul nostro forum 😉
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Maria Grazia
4 giugno 2010
In un’intervista (la trovi nei primi 10 minuti) in cui hanno chiesto il mio parere sull’e-book e sulla sua portata di innovazione didattica nel fare-scuola-quotidiano, sottolineavo che uno degli aspetti fondamentali di utilizzare un testo digitale a scuola è, in primo luogo, quello di potenziare i processi di integrazione scolastica dando a tutti la possibilità di lavorare sullo stesso libro.
Che poi i contenuti di questo libro possano essere adattati alle singole esigenze dello studente (siano queste di natura percettiva o di natura cognitiva) senza costose ed inutili perdite di tempo, mi sembra una possibilità fondamentale.
E questo vale anche per la traduzione dei testi in braille, come puoi leggere qui. A questo proposito, la conosci la Stamperia Braille di Firenze?
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M. Fioretti
9 febbraio 2012
Segnalo che il Book in Progress ha diversi punti che dovrebbe chiarire pubblicamente. Li ho riassunti qui: http://stop.zona-m.net/it/2012/02/cosa-ci-insegnano-i-testi-scolastici-di-book-in-progress/
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Maria Grazia
9 febbraio 2012
Era il lontano 3 giugno del 2010 quando ho scritto questo post. Devo dire che di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta però il “mistero” che continua ad avvolgere l’iniziativa resta. Io stessa ho provato, durante l’organizzazione dell’eBookFest 2010, a contattare più volte il dirigente per cercare di farli intervenire all’evento ma… non ci sono riuscita. Ho già esposto i miei dubbi nel gruppo Bricks, a corollario del tuo commento, ma sembra che il silenzio perduri… Le chiacchiere che girano sono molte (del resto, tutta questa segretezza non fa che rinfocolarle) e sarebbe loro interesse approfondire l’argomento, soprattutto dopo l’autorevole interessamento del Ministro…
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