Libri di testo: se fai-da-te è meglio…

Posted on 3 giugno 2010

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Più che l’innovazione potè la disorganizzazione e l’improvvisazione di una riforma che – ancora alla fine di Maggio – forniva graziosamente solo una bozza delle Indicazioni Ministeriali, in base alle quali gli editori avrebbero dovuto approntare testi che i docenti erano chiamati ad adottare entro il 1° giugno. Sembra un gioco di parole ma è cronaca cruda e nuda.

Marina Boscaino sottolinea come Giovanni Biondi abbia censurato

il comportamento di molte case editrici, che avrebbero condotto un’inutile gara per anticipare le Indicazioni [aggiungendo che] “Dal 2011 saranno obbligatori i libri digitali. Così sarà più facile inserire correzioni ed aggiornamenti”.

Beh, certo, se riduciamo i fatidici ebook di testo ad un copia-incolla-che-tanto-va-bene-uguale sarà meglio che il problema dell’innovazione didattica non ce lo poniamo neanche più per sbaglio! Su quello della validità e l’accuratezza dei contenuti, poi…

Comunque sia, tutto questo “mercato del pesce” sui libri a peso o a pezzo – unitamente ai ritardi comprensibilmente preoccupanti per chi deve affrontare a settembre una “nuova scuola” con meno ore, meno insegnanti, meno discipline, meno laboratori e meno tutto quello che vi viene in mente – hanno spinto alcune scuole ad inoltrarsi su un terreno a mio dire particolarmente proficuo in vista di una (potenziale) “rigenerazione” della didattica, soprattutto ai superiori. Quella cioè di una riappropriazione da parte degli insegnanti degli strumenti del proprio mestiere, mettendo mano a quei contenuti che altri “preparano” per loro.

E’ di oggi la notizia sul Corriere della Sera dell’iniziativa del Dirigente Scolastico di un istituto superiore commerciale di Pisa di far produrre in proprio ai docenti i “personal-testi” per le future prime ma – per essere precisi – l’iniziativa Book in progress, che ha visto come capofila l’Istituto Majorana di Brindisi è già ad uno stato più avanzato.

Non avendo potuto visionare i contenuti non mi esprimo sulla loro qualità né mi pare che ci sia un cambiamento reale dell’approccio didattico – notebook, LIM, bluetooth a parte – ma non posso non apprezzare un ruolo propositivo dei docenti in tal senso, più eminentemente culturale direi, nonostante la scarsa considerazione di cui sembra godere la categoria in questo momento.

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